...io non mangio carne.
Non certo per qualche convinzione etico ambientale - certe scelte richiedono un ordine mentale di cui sono del tutto sprovvista - ma piuttosto per un'innata idiosincrasia, rafforzata dai famosi traumi infantili che tutti noi abbiamo, in misura più o meno drammatica.
Della carne detesto odore, sapore e consistenza. A questo aggiungete il ricordo di me a quattro anni, seduta sulla poltrona del salotto per un intero pomeriggio, con una palla gommosa di carne biascicata in una guancia: ...e non ti muovi finché non finisci la svizzera.
La svizzera! Incubo puzzolente della mia infanzia! Lurida suola di scarpa al sapor di tristezza! Spauracchio di gioventù, indicibile orrore, spina nel fianco d'ogni ritorno da scuola!
...quindi, ecco.
Non mangio carne.
Ciò non toglie che la mia prole debba farne un consumo regolare e attento, mio malgrado. Da qui la mia quotidiana battaglia per rendere questo alimento quanto di più lontano si possa immaginare da quella svizzera: non ho tuttora la più pallida idea di come si suddivida una mucca, di come si chiamino i tagli migliori, figurarsi di come trattare le varie sezioni di quella robaccia cruda. In compenso ho poche certezze ma molto salde, che mi consentono di allestire ricette saporite, nutrienti e assai carnose. Roba che le assaggio anch'io, per dire.