giovedì 26 aprile 2012

...STAY HUNGRY, STAY POOLISH.
(o della biga sglut)


...va bene, non si tratta esattamente di questa biga.
Per quanto mi piacerebbe da matti provarne una, così come scarrozzare un paio d'ore su uno di quei cosetti adorabili usati come montacarichi nei magazzini. 
Ma parliamo di altre bighe.

Tempo fa ricordo che sbigottii in faccia al mio panettiere, quando mi disse - scaravoltando una focaccia sul bancone con un colpo secco del polso - di avere nel retrobottega una madre di quarant'anni. Lì per lì, trattandosi d'un rubicondo ometto sui sessanta, pensai ad un disturbo bipolare, o ad una qualche forma di schizofrenia latente. Po'raccio. 
Poi capii che parlava d'un tesoro: un lievito madre tramandato e nutrito da generazioni, una vita di bolle e spore con più anni delle sue figlie, un delicato ponfo di preziosa bellezza lasciato a farsi forte, ogni giorno di più, sulle scansie farinose d'uno stanzino sul retro.
Gli assegnai mille punti stima, uscii rinculando con un breve inchino, e mi ripromisi di approfondire la faccenda.
La pazienza è ciò che nell'uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni - diceva Honoré de Balzac.
Io non ho pazienza, mai avuta un briciolo, ma da quando la natura mi si è installata addosso come un'applicazione e mi ha messo a conoscenza di quanto occorra per fare un essere umano, senza scorciatoie possibili, ecco. La pazienza ha fatto capolino anche in questa testolina di teak, e ne ho imparato i tempi, la lentezza, la bellezza.

venerdì 20 aprile 2012

AGGIUNGI UN BIMBO A TAVOLA
(3° parte - o di tutto il resto)


...volete far fuori in un colpo solo tutti gli avanzi di cioccolato, prima che il vostro cucciolo ne venga fagocitato o si trasfiguri in un gigantesco ovetto kinder?
Sì. 
Bene. Infilateli nei biscotti e distribuitene generosamente ad una festicciola, così che anche la cacca in formato budino di diavoli venga equamente condivisa da tutti i presenti.

° biscuori agli avanzi di ovetti °
° stelle zuccherine °

mercoledì 18 aprile 2012

AGGIUNGI UN BIMBO A TAVOLA
(2° parte - la torta di compleanno)


...la torta è stata lo spauracchio che mi ha perseguitata per settimane.
Cose tipo sussulto nel cuore della notte con sudori freddi e mani a frullino, palpitazioni e codini dritti nel passare davanti alla pasticceria sottocasa, tentativi progressivi dilazionati nel tempo come le rate dell'auto, che a raccontarli ci si potrebbe sceneggiare una sit-com in venti puntate.
La prima torta, dovete sapere, è smottata di botto franando sul tavolo appena tolto l'anello alla tortiera che la conteneva. 
Un deliquio. Un'ecatombe. Ne ho raccolto tre cucchiaiate per consolarmi con il sapore, ma faceva schifo anche quello.
La seconda ha recuperato in consistenza, ma i ciuffetti di panna - a poche ore dal loro insorgere svettanti - erano diventati solidi e duri come piastrelle di ceramica messicana.
Direte: ma che problema hai? La panna è panna, voglio dire. E' docile e simpatica, persino facile da usare, lasciala così com'è e non ti darà nessun pensiero.
Ehm.
No.
...cominciamo dal principio.
La torta di compleanno, nella mia famiglia, è una di quelle cose che non si discutono: come i gomiti sul tavolo, la messa di mezzanotte e il sapone di marsiglia. Paletti. 
Ogni famiglia ha i suoi.
La torta di compleanno di famiglia ha un sapore perfetto ed inconfondibile, inalterabile nel tempo e nel passaggio di madre in figlia, una scenografia ineguagliabile e fiera, un incomparabile effetto miracolo quando sottomessa al fuoco tenero delle candeline.
Io, naturalmente, ho provato a riprodurla sglut.
...è quella che è smottata, ricordate? Quel primo tentativo. Lei.
Il motivo è che quella torta meravigliosa prevede l'uso degli altrettanto meravigliosi savoiardi sardi (o biscotti di Fonni) in luogo del pan di spagna: la versione sglut del savoiardo in commercio - seppur dignitosa - è quanto di più simile al legno di betulla io abbia mai assaggiato. 
L'ho bagnati come ortensie, perché si ammorbidissero un poco. E prevedibilmente sono franati.
Il secondo dramma si è svolto sul fronte della decorazione: ho sempre usato addensanti facili ed efficaci per aiutare i ciuffetti di panna a restare in forma, specialmente se la giornata è calda. Purtroppo questi prodotti (Dolceneve e Pannafix, entrambi Paneangeli) contengono tracce di frumento, la qual cosa mi ha provocato un collasso nervoso in piena corsia quattro dell'ipercoop.
Ecco, dunque, cosa mi sono inventata per far quadrare tutta la faccenda e mettere davanti al musetto di Giulia la barocchissima torta che vedete qui sotto.

lunedì 16 aprile 2012

AGGIUNGI UN BIMBO A TAVOLA
(prima parte - o del buffet di compleanno in corsa)


...ci fu un tempo in cui non ero una mamma, ed i nostri amici non erano genitori. 
L'impegno maggiore nell'accudire qualcosa di piccolo - al massimo - riguardava un criceto, un pesce rosso, una pianta grassa.
Ci fu un tempo in cui credevo che la celiachia fosse una rara specie di mollusco subtropicale, e che servire caraffe di Negroni  a chiunque passasse da casa - a prescindere dall'orario più o meno incline alla sbronza - fosse tra i primi doveri della brava fanciulla maritata.
Allora i tavoloni improvvisati erano all'ordine del giorno: ero in grado di sfamare ed inebriare con plausi e maestrìa una trentina di stomaci alla volta, con preavvisi incerti anche sotto le dodici ore.
Oggi sono una mamma. Tutte le mie amiche sono mamme. 
Le nostre serate sono un incrocio spassosissimo e delirante tra un lunapark di zingari e la mensa di un nido subito dopo la scoperta di una colonia di pidocchi.
Non ci si siede. Mai.
Si sbarella con un bicchiere in mano ed un piattino di plastica tra i denti, tentando di salvare la vita al proprio figliolo che penzola dal balcone ululando, e nel contempo azzannare qualcosa a caso dal buffet spingendone un frammento nella bocca del piccolo. Che alle feste non mi mangia mai niente poi sfido io che gli viene l'acetone.
Così, ecco.
Di buffet in piedi, anzi in corsa, ne so parecchio.
Quel che mi tocca capire, adesso, è come allestirne uno sglut, facendo lo slalom tra le graziose difficoltà che questo limite comporta:

1. non potrete scendere dal panettiere sotto casa ed ordinare quattro rassicuranti vassoi di pizzette, quelle che 'tanto s'inzeppano di pizza cosa vuoi che mangino d'altro'. No. Non potrete.

2. non potrete allungarla di duecento metri e mettere tra le mani di quel bravo pasticciere il compito di allestire una gigatorta alla panna con tanto di scritta d'auguri personalizzata. No, no.

3. non potrete nemmeno chiedere aiuto alle nonne, cose tipo 'me li fai tu due panini farciti', perché la nonna in questione vi risponderà 'ossignur e se sbaglio e se li contamino e se poi la bimba sta male'. Ecco.

4. non potrete fare tutto all'ultimo minuto cosicché il cibo sia fresco e splendente alle sedici in punto del giorno stabilito, perché la cucina sglut è un inferno di tempi di lavorazione, metà dei quali se ne vanno a ripulirsi dagli strati di colla che ti si stratificano sulle mani.

...quindi?
Forza, gente. Ci sono appena passata.
E adesso vi dico come sopravvivere, e scampare agli sbagli che ho fatto.

venerdì 13 aprile 2012

BUON COMPLEANNO, AMORE MIO.


13 aprile 2010.
Due anni, piccina, dalla notte in cui ci siamo conosciute.
Lo sguardo enorme che ci siamo scambiate, nel silenzio buio di quel corridoio addormentato, è lo stesso di oggi. 
Sono qui, dice. Ora ci sono io.
Qualcuno disse, guardandoti tra le mie braccia: sembra che vi conosciate da sempre. 
E' così. Dopo i mesi trascorsi l'una dentro l'altra, a scambiarci sangue e ossa, tu ed io non abbiamo fatto altro che riconoscerci. Sei tu? ...sono io. 
Ti aspettavo.

Non ho tempo di scrivere, devo preparare un tavolone di dolci e coccole per la tua festa. 
Ma ti lascio sbirciare un po', ché devo dirti un casino di cose, e sai come sono... che lo so fare solo con le matite e i pentolini e quattro parole confuse.


...fragole.
Per il primo bacio del mattino, odoroso di sonno e pigiama, un po' bavoso e piccolo, piccolissimo, un bruchino lieve che mi sfiora le labbra.

mercoledì 11 aprile 2012

DI LATTE, DI CAPRETTE, DI ZUCCHE COTONATE
(o di come ti energizzo la zuppa)


...da bambina adoravo, Heidi.

Da quando sono costretta a guardare a loop gli stessi sei episodi - ogni mattina che iddio metta in terra, mentre Giulia gozzoviglia a biscotti e tazze di latte - provo nei confronti di quella bamboccina grassottella e delle sue lerce caprette un odio malcelato e profondo.
Il nonno è un pazzo ascetico che campa a mugugni e fette di formaggio, la zia una zitellaccia inacidita che non esita ad abbandonare Heidi in una catapecchia persa nel nulla, Clara è completamente rincoglionita dai parenti e Peter è privo della benché minima spina dorsale. 
Heidi, poi. Quando cianciotta con quella vocina da doppiatrice anni ottanta cose tipo "...che meravigliaaa, nevica da tre settimaneee! e sotto il mio graaande albero ci sono i teeeneri leprotti che tremano tuuutti!"
La abbatterei a fucilate, la legherei al cruscotto della circolare, perché intenda con lucida percezione cosa significhi essere una bambina che vive in città. Altro che nido sui monti, ti faccio su una bella gabbietta all'idroscalo.

Mi sgorgano cattiverie inusitate, sì. 
E non me ne vergogno.

Comunque, tutta questa rutilante premessa da denuncia ai servizi sociali converge sulle caprette: il latte di capra.

Parliamone.

Il latte di capra ed i formaggi che ne derivano sono un'ottima alternativa al latte di mucca ed alle bevande alternative vegetali. Ha un contenuto molto elevato di calcio, quindi particolarmente indicato per i cuccioli, ed è solitamente tollerato più facilmente da chi mal metabolizza le proteine del latte vaccino: è infatti caratterizzato da acidi grassi a catena corta, che lo rendono più digeribile e adatto soprattutto all'alimentazione dei neonati, dei bambini che soffrono di allergie alimentari e degli adulti con patologie gastroduodenali (eccoci qua, noi e i nostri poveri villi strapazzati).
Un celiaco che soffrisse di intolleranza al lattosio, tuttavia, non può pensare di risolverla scegliendo latte di capra: il suo contenuto in lattosio, infatti, è simile a quello del latte vaccino. In compenso ha un minor contenuto di colesterolo (diffidate da chi asserisce che ne sia privo!), una buona percentuale di sali minerali e vitamine A C e E, ed un'elevata percentuale di taurina - l'aminoacido di cui è ricco il latte materno - che ne fa l'alimento più simile al latte umano, dopo quello di asina (...giuro!).
A parte tutto questo cianciare, il formaggio di capra è buonissimo: se consumato nella giusta misura, permette di aggiungere sostanze nutrienti importanti e di conferire un sapore nuovo alle pappe dei nostri piccoli.
Al caprino, aggiungiamo i pinoli (ferro e proteine) e la zucca: vagonate di betacaroteni, vitamine A e C, fosforo potassio e magnesio. Occhi belli e cervello fino, in poche parole.

Ora.
Va tanto di moda la vellutata. Non c'è menu d'alta cucina che non vanti un letto di vellutata, una vellutata a specchio, insomma tutto un arredamento di velluto su cui sdraiare l'unico raviolo concesso.
Siccome la mia cremina ha una consistenza più morbida del volgare purè, ma più ciccia della nobile vellutata, la chiameremo cotonata. 
...e qui - a costo di dilungarmi oltre il dovuto - mi parte il disegnino.

° zucca cotonata con sentori vintage °

...era inevitabile.

mercoledì 4 aprile 2012

LE COLOMBINE ALLE MANDORLE (o di come quest'anno la colomba voli alta)


...avrei voluto cimentarmi nella colomba sglut.
Considerati tuttavia i sei anni luce di lievitazione richiesti, ho declinato tristemente per carenza di tempo. 
Avevo già superato la prima difficoltà, trovare gli stampi in carta: a Milano c'è un posticino dove con una semplice ipoteca sulla casa potete trovare tutto - ma proprio tutto - e da dove uscirete sempre con il quadruplo alla seconda della necessaria premessa da cui siete partiti. Un po' come da Ikea. 
Ultimamente, poi, ha aperto una seconda filiale a delinquere votata esclusivamente alla pasticceria. Io vi scrivo tutto, ma sappiate che nel momento esatto in cui cliccherete sul link entrerete in un tunnel senza uscita di acquisti compulsivi e scriteriati: Kitchen e Dolcemente by Kitchen
...ipoteche vostre.

Dunque la colomba è rimandata alla prossima primavera, ma mi faccio perdonare con queste colombine alle mandorle che Giulia ha sbafato impietosamente in meno di tre giorni (...ché il blog procede che è una bellezza, ma di questo passo mi esploderà la bambina).

lunedì 2 aprile 2012

LA CRESCIA DI PASQUA
(o delle radici d'un terzo di famiglia)

° Imperatrice dell'Impasto Sglut °

...così io sono genovese, Giulia è nata a Milano, ed il terzo mancante della famiglia ha radici in terra umbra. Il terzo più peloso, per intenderci.
Gubbio è un luogo di matti. Soprattutto è un luogo di braci e camini, orti e terra scura, forni di pietra accesi e fiumi di vino buono. Insomma, si mangia. Sempre.
E se non si mangia, si pensa a cosa si mangerà, con una pianificazione di stampo militare che anticipa il pasto in questione anche di due o tre giorni. 
...tipo: sono le due del pomeriggio, sei lì che rutti con discrezione il divano ripieno di capriolo di tua suocera, quando il chiacchiericcio delle comari ti travolge con un categorico dobbiamo pensare cosa fare domani a cena. Roba da perderci il sonno.
Trascorrere la Pasqua a Gubbio permette di venire a conoscenza di tradizioni antiche e un cecio destabilizzanti, come l'usanza abbacinante di far colazione con sagrantino, salame e uova sode. Che appena sveglia, come dire, con tutta la buona volontà.
Dopo i primi sei o sette anni, ho preso a tollerare l'intera faccenda con una certa grazia, riuscendo perfino a deglutire un raspino d'ovo sodo senza vomitare verde nel vaso delle ortensie.
Con tutto che s'ingrassa solo a scendere dall'auto, Gubbio è un posto di gente da amare, altrimenti non si spiegherebbe perché ci passi buona parte del mio tempo libero né perché m'imbarchi a cucinare complicatissimi piatti locali in versione sglut
Chi volesse dare un'annusata all'atmosfera, si faccia un giro nell'altra stanza, dove il mio vecchio blog agonizza con dignità da diversi mesi: questa è Gubbio, per me.