sabato 24 marzo 2012

DI POLPETTE, DI PAPPADITINO, DI BOMBE NUTRIZIONALI.

° le polpettine 
di spada e pistacchi a dondolo °

Un piccolo celiaco ha bisogno di ferro in quantità industriale.
Una cigliaca, sebbene unica esemplare della sua specie, non fa eccezione.

Una delle prime simpatiche conseguenze della dieta libera su un individuo celiaco è infatti l'anemia sideropenica, vale a dire da carenza di ferro (anemia, in greco, significa senza sangue).
Il ferro è necessario nell'alimentazione quotidiana per la formazione degli eritrociti - i globuli rossi - presenti nel sangue. Gli eritrociti contengono l'emoglobina, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare ai tessuti che ne necessitano. E' elemento indispensabile per l'organismo, essendo inoltre costituente essenziale di altre molecole come la mioglobina (contenuta nei muscoli) e i citocromi (nelle cellule epatiche).

Hai detto ciccia.

E' abbastanza comprensibile che una sua carenza mandi in tilt tutta la baracca.
Ora, direte: mio nonno succhiava un chiodo, ogni mattina, dopo colazione. Sì, l'ho sentita anch'io. O ancora: se pianti una brugola del quindici in una mela, tempo tre giorni ed avrai spicchi di ferro da sgranocchiare sul sofà.
Purtroppo la faccenda è un po' più complessa.
Generalmente, il ferro contenuto negli alimenti è difficilmente assorbito dall'organismo, e la sua assimilazione è dovuta alla sua origine: il ferro contenuto nella carne e nel pesce (ferro eminico) è assorbito suppergiù al 25%, il ferro che si trova nei vegetali, nelle uova e nei latticini (ferro non eminico) appena al 5%. Di qui la necessità, per evitare carenze, di differenziare molto la dieta e non fare a meno di nessun alimento.

A noi interessa sapere che nel metabolismo del ferro è molto importante la vitamina C - o acido ascorbico - che favorisce l'assorbimento del ferro, assunto con gli alimenti, a livello intestinale.

Quindi, il minimo che si possa fare, è rimuginare sulle mille combinazioni possibili tra alimenti ricchi di ferro ed alimenti super vitaminici.
Spulciando tra le classifiche dei valori nutrizionali, ho scoperto che potrei risolvere la faccenda con una scorpacciata di leone marino, carne di alce marinata e musco d'Irlanda. Se non ci credete, date un'occhiata a quest'elenco.
Tuttavia mi è sembrato più logico cominciare con cosette un filo più reperibili,  e confezionare le prime polpettine ferrovitaminiche con questi ingredienti:

- 1 trancio di pesce spada fresco (circa 300 grammi)**
- il succo di un'arancia
- 2 fette di pane raffermo senza glutine (per un impasto od un ripieno potete usare anche il pane in commercio, consistenza e sapore si perdono nella baraonda: questo è perfetto.)
- latte q.b.
- 1 uovo e 1 tuorlo
- la buccia di un limone 
- 2 o 3 cucchiai di pecorino grattugiato
- prezzemolo liofilizzato
- timo fresco
- un piccolo scalogno, carota e sedano
- un sacchettino di pistacchi sgusciati e pelati (di Bronte, i migliori)
- una manciata di mandorle pelate
- farina comune senza glutine (questa è adatta a molte preparazioni)
- passata di pomodoro in vetro
- olio extravergine d'oliva e sale q.b.

[**NB - in alternativa al pesce spada potete usare un trancio di tonno fresco: è meno adatto alla declinazione di sapori, ma più equilibrato a livello nutrizionale.]

Cuocete il pesce su una padella antiaderente con un filo d'olio e sale, le verdure sminuzzate a soffritto, il prezzemolo, il timo. Appena comincia a prendere calore, bagnatelo con il succo d'arancia. Coprite, e lasciate cuocere a fuoco lento.
Ammollate il pane nel latte, strizzatelo, accoccolatelo in un ciotolone con le uova, il pecorino, la buccia del limone ed una manciata di prezzemolo tritato.
Nel frattempo mettete le mandorle ed i pistacchi nel fido robottino e riduceteli a granella. Badate che i pistacchi siano pelati correttamente, avranno un colore meraviglioso e nessun retrogusto amaro (se non vi riesce di togliere la pellicina, immergeteli pochi secondi in acqua bollente: verrà via subito, indignata).
Lasciate che lo spada si intiepidisca, quindi trasferitelo con tutte le verdure  nel ciotolone: amalgamate l'impasto con un cucchiaio, aiutandovi con la farina per regolare l'umidità, fino a che sia omogeneo ed un po' appiccicoso.
Preparate un piatto con la granella di pistacchi e mandorle, ed una teglia rivestita di carta aderente spennellata con un'emulsione di acqua, olio e poco succo d'arancia.
Con un cucchiaino prelevate una noce di composto alla volta e fatene piccole palline, passatele nella granella in modo che ne siano rivestite completamente, e disponetele sulla teglia.
Dritte in forno, a 180 gradi, per un quarto d'ora: il pesce - già cotto - finirà di assorbire i profumi, la panatura di frutta secca diventerà croccante e dorata.
Mentre le polpette si fanno belle, preparate una salsa di pomodoro semplice facendo un soffritto di scalogno, sedano e carota in poca acqua e lasciando cuocere la salsa pochi minuti, con una foglia di basilico, poco sale e un pizzico di zucchero (che toglie l'acidità).
Una volta pronta, lasciatela coperta a bagnomaria in una ciotola piena di ghiaccio, perché si raffreddi.

Fine dei lavori.

Il fatto che la mia polpetta sia impiccata su un bicchierino, fa tanto finger-food.
Ma se ci pensate, i veri inventori di questa moda imperante sono proprio i cuccioli. Non è forse loro, l'idea che le piccole cose golose vadano mangiate con le dita?
Così, con un bicchierino ed uno stuzzicadenti, si mette a dondolo la polpetta calda sul pomodoro freddo e si fa un pranzo a pappaditino.

...a Giulia non par vero, di fare a meno delle posate.

Divertitevi.

MamaChiarina











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