lunedì 7 maggio 2012

AMERICAN PIE
(o di piccole divinità compatibili)


...sono stata negli Stati Uniti molte volte. 
Li ho girati in lungo e in largo, in ogni stagione e con ogni mezzo possibile. 
L'ultima volta, poi, l'ho fatto con Giulia in pancia: alla faccia del terrorismo familiare e delle previsioni di irripetibili catastrofi ginecologiche, me la sono scarrozzata in giro per New York city - ben protetta dal florido pancione dei sei mesi - approfittandone per saccheggiare assurde boutique per bambini, svuotare enormi scaffali di giocattoli e divorare vagonate di dolci americani nelle ben note porzioni da cavallo.
La cucina americana è aberrante.
Non c'è un solo piatto che risponda alle regole auree della nostra cucina mediterranea, nulla che nemmeno si avvicini all'idea di bello che permea il nostro gusto e fa sì che ogni sapore sia declinato con saggezza e pazienza. 
Sono delle bestie. Servono spaghetti in lattina con sugo di ketchup, usano lo sciroppo di ciliegia come additivo alla coca-cola, consumano un raccapricciante simil-ragù di ciccioli di porco sorseggiando cappuccino. Le porzioni sono sconfortanti. Tutti mangiano tutto, moltissimo, in continuazione. 
Nelle regioni più interne capita di vedere bambini che galleggiano sopra i tavoli come palloni aerostatici, mentre un paio di genitori imbecilli ed enormi li ingozza dal basso d'ogni varietà di caloria. La più infima.
Gli americani sono grassi. Grassissimi.
Sono dozzinali, privi di gusto, ossessivi, gastronevrotici.


Ma fanno alcuni tra i dolci più golosi che natura umana abbia mai concepito.
Uno su tutti, sua maestà la cheesecake.

Di ritorno dal primo viaggio negli States, ricordo che cominciai a produrre cheesecake compulsivamente - al ritmo di una alla settimana - distribuendone a tutta la ghenga con magnanimità da boss delle torte. La ricetta da me scelta - allora - prevedeva un sontuoso parterre di ingredienti che, se sommati con discrezione, davano più o meno un conteggio di 3.580 calorie a fetta.
Era divina, quella torta. Ma ho spedito sul tapis roulant ben più d'un amico.

Quindi, con buona pace dei grassissimi ideatori di quel capolavoro americano, ecco la mia versione di cheesecake cucciolo-compatibile. 
La faccenda dell'essere divina, credetemi, resta invariata.

° mini cheesecake alle fragole °

Ingredienti per una ventina di mini-cheesecake

per la base:

200 grammi di biscotti Petit di Schaer (in realtà io uso tutto quel che mi capita, ho tritato avanzi di torte margherita, plumcake dismessi da Giulia, fondi di barattolo dei biscotti.)
100 grammi di burro
4 cucchiai di zucchero di canna

per la crema:

150 ml. di panna fresca 
300 grammi di Philadelphia allo yogurt
250 grammi di ricotta vaccina
1 bustina di vanillina* (io uso la linea Auchan)
3 cucchiai di zucchero a velo* (Auchan)
10 grammi di colla di pesce* (Fratelli Rebecchi)

per la copertura:

300 grammi di fragole
100 grammi di zucchero
6 grammi di colla di pesce* (Fratelli Rebecchi)

* = sglut

Allestite due teglie da muffin con tanto di pirottini, e cominciate dalle basi.
Tritate finemente i biscotti in un mixer, quindi unite lo zucchero, il burro ammorbidito a pomata e fate un bel malloppone unto ed omogeneo.
Distribuitelo nei pirottini, compattandolo bene con il dorso di un cucchiaino, in modo che ne risulti una base di circa un centimetro di spessore.
Infilate le teglie in frigo, così che il burro si rassodi.
Preparate la crema: mettete la colla di pesce in acqua fredda per cinque minuti, finché non sembrerà una medusetta trasparente. In un ciotolone unite Philadelphia e ricotta, ammorbidendole e amalgamandole a forchettate, quindi unite lo zucchero a velo e la vanillina: l'aspetto sarà quello d'una crema piuttosto densa.
Scaldate qualche cucchiaio di panna, quindi strizzate la colla di pesce: fatela sciogliere bene nella panna tiepida ed unitela alla crema. Montate a neve ferma la panna rimasta, e mandatela a far compagnia a tutto il resto, badando ad incorporarla con delicatezza per non smontarla.
Con una sac-a-poche, o semplicemente a cucchiaiate, riempite di crema i pirottini, lasciando appena un poco di bordo per la copertura. Spedite il tutto in frigo, sul ripiano più freddo, per almeno un paio d'ore.


...il più è fatto.
Un'ora prima di ritirare le tortine dal frigo pulite le fragole e fatele a pezzettini, infilatele in un pentolino con lo zucchero, e fatele ridurre in poltiglia su un fuoco dolce: dopo una decina di minuti saranno diventate uno sciroppo profumatissimo.
Passatele al minipimer, unite la colla di pesce (lasciata a mollo in acqua tiepida i soliti cinque minuti, quindi strizzata) e fate intiepidire fuori dal frigo.
A questo punto potete ricoprire le minicake con lo sciroppo: non eccedete con lo spessore, questo sgargiante magma rosso è dolcissimissimo.


Il consiglio, a questo punto, è che i piccoli capolavori riposino ancora qualche ora in frigo, se volete che una volta tolti dal pirottino se ne stiano orgogliosamente in piedi da soli, come questi.
L'altro consiglio è di ordine pratico: il fatto che siano mini vi aiuterà ad impedire che i vostri cuccioli eccedano, ma non impedirà a voi di mangiarne sei o sette alla volta. 
...tanto - dice - sono così piccole.

° tavolino e posatine MamaChiarina© °
Divertitevi.

MamaChiarina

2 commenti:

  1. Ma che simpatico il nome del tuo blog,fà tanta simpatia ed è bello confrontarsi con altre esperienze,mi unisco ai tuoi membri ! Anche io ho un blog di cucina senza glutine ! Ciao Roberta ! :-)

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  2. Ciao Roberta! Grazie, sono felice che il mio blogghino faccia sorridere, era proprio il mio intento! Vado a curiosare il tuo, un sorriso =)
    MamaChiarina

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