...avrei voluto cimentarmi nella colomba sglut.
Considerati tuttavia i sei anni luce di lievitazione richiesti, ho declinato tristemente per carenza di tempo.
Avevo già superato la prima difficoltà, trovare gli stampi in carta: a Milano c'è un posticino dove con una semplice ipoteca sulla casa potete trovare tutto - ma proprio tutto - e da dove uscirete sempre con il quadruplo alla seconda della necessaria premessa da cui siete partiti. Un po' come da Ikea.
Ultimamente, poi, ha aperto una seconda filiale a delinquere votata esclusivamente alla pasticceria. Io vi scrivo tutto, ma sappiate che nel momento esatto in cui cliccherete sul link entrerete in un tunnel senza uscita di acquisti compulsivi e scriteriati: Kitchen e Dolcemente by Kitchen.
...ipoteche vostre.
Dunque la colomba è rimandata alla prossima primavera, ma mi faccio perdonare con queste colombine alle mandorle che Giulia ha sbafato impietosamente in meno di tre giorni (...ché il blog procede che è una bellezza, ma di questo passo mi esploderà la bambina).
° colombine del perdono ° |
Ingredienti per circa 40 colombine (più qualche ometto buffo):
250 grammi di farina Mix C Dolci di Schaer
200 grammi di farina di mandorle
12 amaretti tritati a polvere*
4 grammi di xantano in polvere (ne abbiamo parlato qui)
125 grammi di burro fresco
125 grammi di zucchero semolato
1 uovo intero e 1 tuorlo
la punta di un coltello di bicarbonato**
la buccia di un limone non trattato
un pizzico di sale, circa 2 grammi
zucchero a velo consentito
(*) : l'amaretto è un dolce naturalmente senza glutine, composto semplicemente da albumi, mandorle e zucchero. Tuttavia - come tutte le preparazioni industriali - è passibile di contaminazioni: controllatene sempre l'affidabilità sul Prontuario. Io ho scelto gli amaretti morbidi de La Sassellese, li trovo deliziosi.
(**) : in sostituzione del lievito - non presente nell'impasto per frolla classica - un po' di bicarbonato conferisce morbidezza all'impasto. Non eccedete oltre il pizzico indicato, o avrete biscotti amari come fiele.
Mettete la farina sul piano di lavoro, setacciata con il sale, la farina di mandorle, gli amaretti triturati e lo xantano. Fate un buchetto al centro e accoccolateci il burro ammorbidito a temperatura ambiente, le uova, lo zucchero e la buccia grattugiata del limone.
Impastate velocemente, in modo che il calore delle vostre mani non sciolga eccessivamente il burro, fino ad ottenere un bel panetto liscio ed omogeneo. In frigo per una mezz'oretta, avvolto in pellicola trasparente perché non si imbibisca di puzza di cipolla.
Intanto rivestite le teglie di carta forno, preparate una ciotolina con un po' di farina, e portate il forno alla temperatura di 180°.
Prelevate il panetto - che avrà la consistenza del Didò ma un profumo assai meno raccapricciante - e stendetelo con il mattarello tra due fogli di carta oleata (impedisce all'impasto di appiccicarsi, e vi permette di non aggiungervi farina) a circa un centimetro di spessore.
Tuffate la formina d'alluminio nella ciotolina di farina e ritagliate ometti e colombine con delicatezza.
Ne ho azzoppati una mezza dozzina, sollevandoli dalla carta.
° ometto buffo a 4 di spade ° |
Impastate nuovamente i ritagli di pasta avanzati, lasciando che riposino qualche minuto in freezer prima di stendere nuovamente la frolla.
Esiste un macchinario ingegnosissimo, costoso come un bilocale in costazzurra, che si chiama abbattitore di temperatura: è un roboante supercongelatore che accorcia i tempi di raffreddamento degli alimenti dopo la cottura, evitando che il cibo perda umidità lentamente e si modifichi in termini di resa, colore ed appetibilità.
Sì, vabbè, ma a noi...? Così, ecco, tanto per darvi un'informazione in più. Io avrei venduto la lavatrice, per far spazio a questa creatura portentosa, ma pare che lavar panni sia un filo più necessario che abbattere frollini.
In forno, a 180°, per meno di dieci minuti: si fanno belli in un battibaleno.
Vale lo stesso discorso fatto per i frollini morbidi. Mettetecela tutta per lasciarli intiepidire prima di sterminarli: l'effetto burro fuso non giova alla lingua né ai vostri villi che, con tutto il rispetto, sono già messi maluccio.
Conservate una scatolona di latta come quella che vedete in foto, sono state capaci di mantenersi frollose e morbide e buonissime per una settimana. Magari anche oltre, se solo ci fossero arrivate.
...buona Pasqua, divertitevi.
MamaChiarina
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